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REPORT EXPORTING CORRUPTION 2022

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Passi indietro nell’attuazione delle misure contro la corruzione internazionale, dei 47 Paesi valutati solo due applicano attivamente gli obblighi contro la corruzione internazionale. L’Italia passa dal livello di applicazione “moderato” a “limitato”.

Transparency International pubblica il report Exporting Corruption 2022 – Assessing Enforcement of the OECD Anti-Bribery Convention. Si tratta di una valutazione sull’attuazione dei principi contenuti nella Convenzione anticorruzione dell’OCSE in 43 dei Paesi firmatari della Convenzione insieme a Cina, India, Hong Kong (RAS) e Singapore, nel periodo che va dal 2018 al 2021.
Alla vigilia del 25esimo anniversario della Convenzione anticorruzione OCSE e in concomitanza con l’incontro del gruppo di lavoro incaricato del suo monitoraggio, l’attuazione delle misure contro la corruzione internazionale vede notevoli passi indietro

Exporting Corruption 2022 classifica i 47 Paesi dell’analisi in base alla loro quota di esportazioni globali, secondo quattro categorie di efficacia di applicazione della Convenzione: “attiva”, “moderata”, “limitata”, e “poca o nessuna”. Il report rileva che persiste la tendenza al ribasso già osservata negli ultimi anni e che attualmente gli “esecutori attivi” della Convenzione sono solo gli Stati Uniti e la Svizzera – che rappresentano solo l’11,8% delle esportazioni globali.

Livelli di applicazione delle misure contro la corruzione internazionale

Nei Paesi firmatari della Convenzione anticorruzione dell’OCSE insieme a Cina, India, Hong Kong (RAS) e Singapore.

fonte Transparency International Italia

L’applicazione della Convenzione anticorruzione dell’OCSE

Venticinque anni dopo l’adozione della Convenzione anticorruzione dell’OCSE, la maggior parte dei Paesi sono ancora molto lontani dall’attuazione degli obblighi previsti e il report di Transparency International osserva un declino continuo anche in Stati che prima attuavano attivamente la Convenzione. Sono solo due i Paesi in miglioramento e ben nove quelli in peggioramento: Israele, Regno Unito, Brasile, Italia, Portogallo, Spagna, Svezia, Danimarca e Lituania.
Se la pandemia di Covid-19 ha posto un ostacolo rilevante ad ogni stadio di attuazione, la tendenza al ribasso di molti paesi è antecedente alla pandemia e il quadro attuale solleva serie preoccupazioni. Nella maggior parte dei paesi si denota la mancanza di trasparenza sui dati e sugli esiti dei procedimenti giudiziari; inoltre, vi sono ancora pochissimi esempi di risarcimento alle vittime della corruzione internazionale, anche se ci sono stati alcuni sviluppi positivi a riguardo.  

fonte Transparency International Italia

La posizione dell’Italia

In un quadro generale di arretramento anche l’Italia passa dal livello di applicazione moderata al livello di applicazione limitata – insieme a Spagna, Brasile, Svezia e Portogallo.
I principali punti deboli che la ricerca addebita all’Italia sono la mancanza di un’adeguata formazione per indagare questo tipo di reato, l’eccessiva durata dei processi giudiziari, l’inadeguatezza dei sistemi di segnalazione e protezione dei whistleblower, la scarsità di informazioni statistiche sui reati e la difficoltà di accesso.

“Il report evidenzia come si renda opportuno procedere tempestivamente a dare piena attuazione alla Direttiva Europea sul Whistleblowing. È inoltre auspicabile una riduzione degli arretrati giudiziari e che i potenziamenti sul fronte della digitalizzazione possano portare in tempi brevi a sensibili miglioramenti” – Iole Anna Savini, Presidente di Transparency International Italia

Le raccomandazioni di Transparency International per l’Italia sono le seguenti: 

  • favorire la pubblicazione delle statistiche sulla corruzione internazionale;
  • rendere liberamente accessibili al pubblico le decisioni giudiziarie sui casi di corruzione internazionale;
  • implementare il Registro dei titolari effettivi e migliorare l’accessibilità a dati completi e in linea con i migliori standard internazionali, rendendolo accessibile gratuitamente al pubblico e garantendo l’utilizzo interoperabile con le altre fonti dei dati rilevanti;
  • garantire la protezione dei whistleblower nel settore privato attraverso la trasposizione della Direttiva Europea in materia di whistleblowing;
  • migliorare il potenziamento del sistema giudiziario con la diminuzione degli arretrati giudiziari;
  • incrementare le risorse e la formazione per investigatori, procuratori e giudici ed assicurarne l’efficacia;
  • fornire formazione e confronto al settore privato e alle pubbliche amministrazioni sulle strategie di prevenzione della corruzione e sugli strumenti per affrontarla;
  • partecipare alla Extractive Industries Transparency Initiative per promuovere una buona governance nei settori petrolifero, del gas e minerario

“Sono in evidenza temi che ruotano attorno al concetto stesso di trasparenza per noi vitale e paradigmatico, con miglioramenti attesi quali la pubblicazione di statistiche effettive su questi reati, un miglior accesso alle decisioni giudiziarie sui casi di corruzione internazionale, l’implementazione del Registro dei titolari effettivi dove negli ultimi mesi abbiamo registrato passi in avanti”  Giovanni Colombo, Direttore di Transparency International Italia

Fonte articolo:

REPORT EXPORTING CORRUPTION 2022. PASSI INDIETRO NELL’ATTUAZIONE DELLE MISURE CONTRO LA CORRUZIONE INTERNAZIONALE