Articolo a cura di Dott.ssa Alessandra Sciascia, Master Anticorruzione Tor Vergata
È alle aziende che tocca prevenire le infiltrazioni criminali nell’economia
In occasione del recente evento “Le infiltrazioni mafiose al tempo del Covid-19”, organizzato da Piccola Industria, in live streaming sul web magazine di Assolombarda, Genio & Impresa, è stato affrontato l’allarmante tema lanciato dalla Direzione Investigativa Antimafia (nella prima relazione semestrale 2020) indicante l’inevitabile incidenza delle conseguenze della pandemia, sul sistema sanitario, sociale ed economico, sui processi evolutivi della criminalità organizzata.
È noto, d’altronde, come siano i contesti di crisi ad alimentare la pericolosa ed insidiosa infiltrazione del crimine in tutti i gangli vulnerabili della vita associata: con la pretesa di sostituirsi allo Stato, le organizzazioni mafiose si presentano risolutrici di problemi, offrendo rapidi “aiuti” a quei settori che versano in situazioni di gravi difficoltà e debolezze.
«Le organizzazioni mafiose, colpiscono il sistema produttivo con conseguenze devastanti sulla competitività, l’attrattività e la sostenibilità economica e sociale delle imprese, soprattutto piccole e medie».
Giovanni Quartiroli, Presidente di Piccola Industria Assolombarda.
Un tale rischio, quindi, per «chi sostiene il sistema Paese, ovvero gli imprenditori, non può e non deve correre».
In tal senso, è indubbio come la lotta al nefasto fenomeno richieda la centralità delle misure di prevenzione, dai sequestri alle confische antimafia, dalle misure interdittive prefettizie per gli appalti pubblici alle misure preventive previste dal Codice Antimafia. Tuttavia, se l’obiettivo comune del Paese è quello di creare gli anticorpi che possano sradicare o quanto meno ridurre gli effetti patogeni di tale virus sociale, solo questo non basta: bisogna fare uno scatto in più.
Occorre necessariamente aprire il focus sull’importanza della “prevenzione generale” nelle singole aziende, prima ancora di guardare al sistema di produzione largamente inteso.
Le imprese “infiltrate” non rientrano, infatti, nella c.d. “economia non osservata” – composta, come noto, dall’economia sommersa e da quella illegale – ma bensì sono parte integrante del circuito dell’economia legale e concorrono alla misurazione del Prodotto Nazionale Lordo. Per tale ragione non è, quindi, seriamente pensabile che la tutela del corretto operare del sistema economico venga delegata in via esclusiva all’attività delle Autorità e Polizia giudiziarie, la quale, seppur indubbiamente encomiabile, «non può certo essere considerata espressiva di quel che accade nel mercato» .
Gli operatori della repressione non possono essere gli stessi della prevenzione: «quest’ultima non può che avvenire nelle aziende», all’interno delle quali deve pretendersi l’adesione convinta ad una sana autoregolamentazione, che passi, in primis, attraverso una vera selezione degli organi di governance, del top management nonché degli addetti al controllo e alla compliance, e un continuo funzionamento corretto delle loro attività. Nella prospettiva di ostacolare il corrompersi dell’economia legale ed impedire il conseguente svilimento delle regole competitive, è il sapersi autodisciplinare che deve divenire oggetto di continuo incoraggiamento e monitoraggio. In tale direzione, a fronte della sensazione di mancanza di vedute condivise, si auspica necessariamente «una dose di moralizzazione del mercato» e, in via generale, un cambio di forma mentis «che non può che passare attraverso l’investimento sulla formazione – dei cittadini, dei governanti, degli amministratori pubblici e privati – per sviluppare coscienze che siano impermeabili o, meglio, immuni dal contagio letale determinato dal mero contatto con la criminalità, organizzata e non»
Occorre, quindi, un cambiamento etico e culturale, perché solo comportamenti virtuosamente orientati sono il vero antidoto al perpetrarsi di irregolarità ed illeciti nelle aziende.
Articolo originale
È alle aziende che tocca prevenire le infiltrazioni criminali nell’economia. di Federico Maurizio d'Andrea Il Sole 24Ore, 8 giugno 2021 Si è recentemente svolto un interessante convegno organizzato da Assolombarda («Le infiltrazioni mafiose al tempo del Covid-19. Le imprese fanno quadrato contro le incursioni nel tessuto produttivo») nell’ambito del quale si è cercato di fotografare lo stato di salute del sistema economico e imprenditoriale lombardo, con precipuo riguardo alla capacità di quest’ultimo di resistere e reagire a quella che può essere considerata una patologia nella patologia: la permeabilità del tessuto produttivo alla criminalità organizzata e l’incidenza della pandemia sulla diffusione di questa piaga sociale, culturale ed economica...